mercoledì 22 aprile 2015

Tre parole

"Anche nel dolore, nella tragedia insensata, siamo bombardati di parole.
Ma cosa si può dire di fronte a centinaia e centinaia di persone innocenti morte in mare? Al loro sogno di felicità spezzato? Alle loro famiglie che da oggi non avranno più padri e madri, fratelli e sorelle, figli e figlie? Cosa si può dire? Ho solo tre parole nel cuore. Una parola di pietà per chi ha visto la sua speranza inghiottita negli abissi del Mediterraneo.
Per chi prima di imbarcarsi è stato vessato, picchiato, violentato. Quante cose come queste ho incontrato nella vita!
Poi una parola di severità per un mondo che continua a voltarsi dall'altra parte.
Per chi ha fatto partire questa gente e per chi ne ha fatto merce.
Per i leader incapaci di accogliere, di assumersi una responsabilità, per chi potrebbe investire risorse in sviluppo invece che in armi e in altri affari.
In fine una parola di speranza.
Per incoraggiare chi lotta per un mondo più giusto, per i sì che ogni persona può dire nel proprio cuore.
Il sì che sa piangere con chi piange, il sì che accoglie, il sì che diventa più forte del pregiudizio, il sì che si arrende davanti all'umanità ferita per dare vita.
Questo sì è controcorrente? No. Lo sento: va nel verso giusto. Ernesto Olivero"

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