mercoledì 27 febbraio 2013

su Benedetto

"Sono uscita all'alba nel parco del nostro monastero, in cuore avevo le parole dell'Angelus del Papa: vado sul monte, non abbandono, continuerò il mio compito di pastore nella preghiera. Parole folgoranti per il mio quotidiano. Anch'io sono sul monte e vivo la mia vita di preghiera. Preghiera che non è rifugio, ma presenza davani alla Presenza, lotta, amore, silenzio. Spazio di profondità del cuore. I passi che mi separano dal parco sembrano eterni dentro il flusso dei pensieri. "Prego per l'italia", ha detto il Papa a Napolitano: il mio Paese, amato e tormentato, incapace di decollare eppure mai sconfitto. Un Paese che è Mistero agli stessi italiani.
Il parco bagnato dal chiarore del mattino, riluce di splendore. La neve è intatta, come un'anima vergine che attende l'incontro con Dio. Rileggo in essa le tante discese dentro il mio cuore: nelle orazioni serali, nelle lectio divine, nel canto dei salmi. Un'attesa di Dio, cercato in un gelo che sembra non finire mai.

venerdì 22 febbraio 2013

non chiederci la parola

"Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra una scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
 (Eugenio Montale - Ossi di seppia)

martedì 19 febbraio 2013

Sui viali dei falò

Rimini 2004 - Con Don Oreste Benzi nella città della notte, per i viali della periferia dove le auto rallentano accanto ai falò.
Lui tonaca nera, 79 anni, non ha paura di niente. A un incrocio due donne: una dell'Est, giovane e bionda. L'altra ha ben più di sessant'anni, e così vestita e pesantemente truccata sembra una maschera tragica. La bionda è infastidita dal prete che le allontana i clienti. La vecchia, è come se non le interessasse più niente.
Don Benzi le chiede di dov'è, e dove vive. Quella risponde, prima loconica, poi, stupita che qualcuno l'ascolti, più loquace, come reduce da un troppo lungo silenzio.
Una vita di abbandoni e solitudine; e ancora qui, stanotte, sulle labbra quel rossetto sgargiante.
Dietro di noi  le  auto passano, rallentano,se ne vanno. Don Oreste: " Ascolta, se vuoi, io ti porto via di qui, ti aiuto". La donna dubbiosa, diffidente, espira una boccata di fumo. Guarda ancora la faccia di quello strano prete. Poi:"Vabbé,dammi il tuo numero, magari, guarda, domani ti chiamo".
Non l'avrei mai detto. Come riesce a parlare con tutti, quest'uomo? Forse è per quello che mi confida nella calca notturna del lungomare, tra la folla dell'estate, vociante, ebbra, ridente:"Io contemplo Cristo, nella faccia di tutti quelli che incontro".    (Marina Corradi)
E' morta la nonnina che amo, non so bene perchè, l'ho vista pochissimo, ma l'ho sempre pensata, non so perchè, in lei immaginavo mia madre, che è morta a sessant'anni, e quando mi ha lasciato mi ha lacerato il cuore. Ecco, la nonna G  che aveva novantasei anni, mi faceva pensare a come sarebbe stata mia madre da vecchia,una donna passionale fino all'ultimo, non rassegnata, che cercava ancora di capire gli altri, senza pretendere di essere giustificata perchè vecchia, spaventata dalla morte non in quanto morte, ma per come ci sarebbe arrivata. Ecco allora il miracolo: Il Signore le ha dato la gioia di capire tutto fino all'ultimo respiro, di chiedere perdono e di darlo a chi glielo aveva chiesto, di affidare la sua anima a Dio, e Gesù, che è al capezzale di tutti i morenti, l'ha presa in braccio e dolcemente se l'è portata via. Come non desiderare una morte così?

giovedì 7 febbraio 2013

L'ombra e la luce

"Torrida giornata di luglio.
Cielo blu smalto, non un filo di vento.
 Nell'ora più calma sto sistemando la casa. La finestra è spalancata.
Il figlio di cinque anni giocherella con un piccolo dinosauro di plastica. Si affaccia alla finestra.
Fuori nella luce abbagliante del sole allo zenit,il tetto disegna sulla ghiaia un'ombra nera,netta.
La voce di mio figlio. "Mamma, a cosa serve l'ombra ?" Io, distrattamente. "Serve a dare un pò di fresco in una giornata come questa." Silenzio. Lui continua a guardare la riga nera, in cortile.
"Però - replica -l'ombra c'è anche in inverno. A cosa serve l'ombra, d'inverno?" In difficoltà, sto pensando a cosa rispondere quando il bambino si risponde da solo: "Forse, l'ombra serve perchè siamo più contenti della luce". Io alzo  la testa disorientata.
Poi: "Scusa , cosa hai detto?" Ma lui, già dimentico, di nuovo gioca con il suo dinosauro.
Quel taglio nero sulla terra, come una non rimarginabile ferita. Che davvero, l'ombra serva perchè siamo più contenti della luce, e il male sia permesso perchè infine desideriamo il bene, e il dolore, perchè domandiamo  la pace?
Ma chi suggerisce certe cose ai bambini?
Vorrei ricordarmene da vecchia, l'ultimo giorno: l'ombra, è perchè siamo più contenti della luce"
                                                                                     Marina Corradi

martedì 5 febbraio 2013

piuttosto che "piuttosto"

ciao blog,
Nuovo Zingarelli dice di piuttosto: 1- avverbio: più facilmente, più spesso,più volentieri,o meglio, alquanto, abbastanza, più presto. 2 - nelle locuzioni, congiunzioni:  piuttosto di, piuttosto che - anzichè: fa mille cose piuttosto che studiare - piuttosto di cedere voglio andare in rovina.
con ellisse del verbo: piuttosto la morte! Piuttosto la miseria!.
Ma allora perchè è diventato la congiunzione "e"? Tutti a usarlo per parlar forbito ed è divenuto insopportabile e io piuttosto che sentire tutti i piuttosto con cui si farciscono i discorsi, spengo la tele e leggo dei buoni libri.