venerdì 26 dicembre 2014

Ritorno sui miei passi

ciao,
quanto tempo!!!!
Ho da raccontare un mare di storie, ma ora non ho tempo perché ci ho messo mezz'or per trovarti,
e ho solo un po' di minuti per raccontarti, intanto, questo fatto, senti:
1980: ero incinta di C e stavo in vacanza a Capriana - Trento -, mia madre era in ospedale a Roma e mi racconta al telefono che mi aveva preso un "cacchietto" di un meraviglioso Philodendro che era nel corridoio dell'ospedale, e che voleva provare a fare una pianta per me.
Il "cacchietto" ha fatto radici ed è diventato una bellissima pianta.
Mia madre (sigh, sigh) è morta nel 1985 ma la pianta era rigogliosa e me la ricordava ogni giorno, l'accarezzavo e la spolveravo con amore.
Nel 2000 ha avuto un improvviso collasso, ha perso  le foglie e l'ho portata, molto preoccupata, da un vivaista che l'ha guarita, ma nel 2012 è definitivamente morta .
Ho sofferto anche per la sua morte, per me era un segno di tenerezza di mia madre per me, di come si ricordasse di me anche nella malattia che l'ha poi portata a morire, ma non ho avuto il coraggio di estirpare " il suo corpo" rinsecchito dalla terra del vaso, per poterci piantare una pianta nuova.
Ho messo il vaso nel balcone a nord, e lì ha passato due anni, al freddo dell'inverno da -10 e oltre per lunghi periodi, nella terra fredda e secca.
Ma, un mese fa, travasando delle violette, vicino al vaso, lo guardo e, meraviglia delle meraviglie, vedo due "cacchietti" nuovi sul  mozzicone di tronco rimasto.
Mi veniva da piangere dalla gioia: ma allora sei viva? Ti porto subito dentro al caldo; scusa, scusami tanto! Ti voglio bene! Ecco, ti bagno bene e lentamente con un po' di acqua tiepida e ...ecco un po' di concime, così mangi un po'|! Scusami, come ho potuto credere che l'amore ha fine! L'amore non ha mai fine e vince su tutte le morti del nostro vivere!

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