mercoledì 31 ottobre 2012

Finalmente il freddo!

Ciao caro blog,
sono contenta che il freddo sia arrivato, così le mie giornate vissute in casa non mi sembreranno claustrofobiche. In estate avevo la mia valvola di sfogo che sono i balconi  della mia casa,
; ne ho quattro di cui uno molto grande, e sono tutti pieni di fiori. Uno ha cinque enormi vasi di coccio con ortensie di tutti i colori, nel balcone della cucina ci sono tanti vasi di odori : menta,origano,due diversi timi,due vasi di rosmarino che uso in mille preparazioni, due lunghi vasi di basilico, prezzemolo e due vasi di salvia.  Nel giardino condominiale ho piantato un bel cespuglio di alloro che ho usato questa estate per tenere lontane le tarme della lana negli armadi di mia figlia e fra qualche giorno saprò se ha funzionato.
Nel balcone "papale", così dicono i figli data la sua forma rotondeggiante che sembra si possa fare un "discorso",nel balcone dunque ci sono tanti vasi di fiori di tutti i tipi, senza ordine, non simmetrici, all'italiana, e tutte le mattine la prima cosa che faccio è rimirarli, tolgo le foglie appassite, controllo la terra e intanto penso che potrei comprare ancora qualcosa di nuovo.
Ma ahimè ! Tutto finito! Con il freddo piano piano tutte le piante geleranno, e allora sarà proprio inverno.
Stamattina, piena di buona volontà, ho pulito la stufa a legna, la fornasela, come dicono qui, e l'ho accesa, l'ho mandata a calore e, sempre per dare un senso alla giornata, ho deciso di fare una torta che ho conosciuto e sperimentato nel lontano 1993, quando mi sono trovata a fare la cuoca nella  cucina dell'albergo di mio fratello tutta ristrutturata, che doveva aprire per Natale, e non aveva il cuoco perchè malato.
Così, tra padelle enormi e ricette trentine, ho voluto inserire questa torta emiliana, torta degli addobbi, che ha avuto un successo incredibile.
Ora ve la racconto: porta questo nome  per una tradizione antica e civilissima. Ogni dieci anni le parrocchie emiliane, si rifacevano la "faccia", venivano disincrostate, ridipinte, rimesse a nuovo, il quartiere addobbava le finestre, si faceva la processione con il Santo ( ogni parrocchia aveva il suo), e in ogni casa la "massaia" faceva questa torta "bella" bianca, senza cioccolato, con le mandorle e c'era l'usanza di invitare i conoscenti in casa per assaggiare una "mandleina", un pezzetto di torta tagliata a forma di mandorla, e così l'uscio di casa si teneva
 tutto il giorno socchiuso, pensate un pò  che roba.
Quindi prendi un litro di latte, salalo un pò e mettilo sul fuoco, quando bolle unisci 100 grammi di riso per minestre (chicco piccolo), cuoci per un bel pò, fino a che il tutto sembri una crema,  non cedere alla tentazione di mettere più riso perchè non diventerebbe così cremoso a fine cottura.
Lascialo raffreddare, mettilo in una ciotola, aggiungi 200 gr. di zucchero, 125gr. di mandorle sbucciate e frullate, ci vorrebbero anche due o tre mandorle amare, ma noi speriamo che siano in mezzo alle mandorle dolci, 5 uova sbattute (c'è chi dice che ne servono 6, ma a me sembrano troppe) e 100 gr. di cedro candito che io tengo sempre nel freezer, perchè lo candisco io e non avendo conservanti ammuffirebbe.
Imburra e spargi pangrattato in una teglia possibilmente rettangolare, e metti il composto in forno a 150° per almeno due ore. Che non ti venga in mente di usare una teglia di silicone, perchè il composto è liquido e cadrebbe tutto dalla teglia.
Sfornala e irrorala con liquore amaretto, falla freddare, tagliala a losanghe, metti uno stecchino su ogni losanga, e poi offrila a chi ami, sapendo che anche secoli or sono si faceva la stessa cosa.
R oggi, dopo circa de mesi , non ha la febbre, è stato seduto sulla sa sedia a rotelle per quattro ore e così ha potuto mangiare a tavola con me e L.
Alle 13 sono andata a prendere L all'asilo e l'ho portata a casa nostra. R le accarezzava la testa, un gesto che non faceva più da tanto tempo,perchè non riusciva a muovere le braccia. Ma oggi l'ha fatto e io sono felice e non mi manca niente.
"Ho creato tutto questo per te, mia sposa, e sappi che tutte le bellezze sono nulla in confronto a quello che ti ho preparato nell'eternità" (Gesù a santa Faustina Kowalska)

sabato 27 ottobre 2012

i quattro "ismi"

Ciao blog,
sono loro i quattro ismi che ci stanno portando alla rovina:  egocentrismo, edonismo, consumismo, relativismo. Ci stiamo dimenticando di chi ci sta vicino, tutti presi a "cercare" di soddisfare noi stessi, e il problema è che non ci riusciamo, e allora l'ansia di realizzarci in qualche modo ci spinge a far progetti che ci sembrano fondamentali per la nostra vita : viaggi, acquisti, cure di tutti i tipi...... non che non siano cose buone per noi, ma che non siano gli unici nostri interessi, non ci saziano, abbiamo sempre fame e sete e continuiamo a cercare, con una intima insoddisfazione che chiamiamo curiosità.
Se poi nasce un problema, lo risolviamo usando i nostri metodi, perchè tutto è relativo ai nostri bisogni, e immoliamo al nostro dio, cioè a noi stessi, tutto e tutti per poter essere felici.
La verità è che abbiamo paura di tutto: del tempo che passa, delle malattie, della mancanza di soldi, della solitudine, di cedere a qualcuno.
Abbiamo paura di soffrire e per questa paura ci alieniamo, vivendo a trenta metri da terra, e credendo che tutto ci sia dovuto, pieni di pretese nei confornti degli altri, usando il vittimismo, e soprattutto non diciamo nè accettiamo la verità, vogliamo essere apprezzati, ammirati, anche invidiati, non accettiamo che l'altro possa soffrire, ci disturba il suo dolore, cerchiamo di non vedere, ci giriamo dall'altra parte, e  via così
fino alla fine.
I Beatles mi cullano con le loro canzoni, mentre scrivo mi vengono a mente tanti momenti vissuti con R quarant'anni fa. Sentivamo solo questa musica, non ci piacevano i Rolling Stones, R la suonava tutta, era bravissimo. Ecco "Something", "Oh! Darling", "Carry that weight", mi vengono i brividi, continuo a mettere su il cd perchè credo ai miracoli. R li ha amati più di tutti gli altri gruppi. Adesso forse, ascoltando, sentirò ancora la sua voce rauca che canticchia "Sun King" o "Come together", non si sa mai......

lunedì 8 ottobre 2012

il rosario

Caro blog,
voglio farti partecipe di questa bella testimonianza sulla recita del Rosario, il breviario del popolo come si dice, che ho trovato sul mio quotidiano; è di Pere Aimè Duval, un prete che scriveva canzoni a sfondo religioso, è morto nel 1985 e diceva: " mi rimane scolpita nella memoria la posizione che prendeva mio padre nella liturgia domestica della corona. Egli tornava  stanco dal lavoro dei campi con un grande fascio di legna sulle spalle. Dopo cena si inginocchiava per terra, appoggiava i gomiti su una sedia e la testa tra le mani, senza guardarci, senza fare un movimento, né dare il minimo segno di impazienza. E io pensavo: "mio padre che è così forte, che governa la casa, che sa guidare i buoi, che non si piega davanti al sindaco...mio padre davanti a Dio diventa come un bambino. Come cambia aspetto quando si mette a parlare con Lui. Dev'essere molto grande Dio se mio padre gli si inginocchia davanti ! Ma dev'essere anche molto buono, se si può parlargli senza cambiarsi il vestito!" Al contrario, non vidi mai mia madre inginocchiarsi. Era troppo stanca la sera per farlo. Si sedeva in mezzo a noi, tenendo in braccio il più piccolo. Ci guardava ma non diceva niente. Non fiatava nemmeno se i più piccoli la molestavano, nemmeno se infuriava la tempesta sulla casa o il gatto combinava qualche malanno. Ed io pensavo:"Dev'essere molto semplice Dio, se gli si può parlare tenendo un bambino in braccioe vestendo il grembiule. E dev'essere anche una persona importante, se mia madre quando gli parla non fa caso né al gatto né al temporale".
Rifletti blog, rifletti.........

domenica 7 ottobre 2012

Voglio camminare

Caro blog,
questa è la situazione : R  è caricato di altri mali che peggiorano sempre di più le sue condizioni di vita. Sono quindici giorni che passa dal letto alla poltrona, per starci poco tempo e poi di nuovo a letto, è sempre assopito e la sua pelle si rompe, provocando piaghe.
Non chiede mai niente, fa dei piccoli cenni con gli occhi, qualche sorriso e se mi avvicino alla sua bocca con la mia, mi bacia.
Ho dovuto mettere R in un letto singolo di quelli da ospedale, allora ho pensato che tenerlo nella nostra camera  lo avrebbe isolato, così ho sistemato il letto in sala, di fronte alla cucina, e da lì lui segue tutta la vita della sua casa,  i profumi e i rumori che lo coinvolgono, e mi vede sempre girare di quà e di là.
Sembra che tutto stia precipitando e io mi meraviglio di come io possa continuare a vivere senza disperarmi per quello che sto passando accanto a lui. Sono piena di speranza, non so neanche io in cosa, ma questa mi riempie le giornate, loro scorrono via tra un timore e una gioia e se esco a fare la spesa o a salutare i figli, nel ritornare penso con apprensione a come lo troverò, ma sono sempre sicura che in tutto quello che accadrà cè la mano di Dio che ama tanto R e tutti noi, e da questo Amore non può che venire la serenità, un desiderio di consegnarci a Lui e di lasciare che Lui ci porti dove vuole, il bisogno di farsi amare, e di camminare diritti nella strada dove Lui ci ha pensato, a capo nudo, sapendo nel cuore che il Suo disegno di amore su di noi è buono, allora le paure e le sofferenze sono vinte dalla certezza della Sua bontà, che ci accompagna fino al traguardo che noi ora non conosciamo e che sarà meraviglioso.

giovedì 4 ottobre 2012

Le fette

Ciao blog,
ti trascuro molto, ma se sapessi quante cose sono successe, per lo più faticose, preoccupanti che mi hanno preso tutta la giornata e mi ritrovavo da sabato a sabato senza accorgermene. Sono riuscita ad andare tre ore in baita e ho saputo con enorme dispiacere che T, la pastora, ha venduto le sue capre e lascia tutto perchè è stanca delle continue lamentele, le hanno fatto multe salatissime, che lei non riesce a pagare perchè l'unico introito che ha è dalla vendita dei formaggi che lei fa con il latte delle capre e quindi.......dopo 6 anni se ne va e sarà dura vedere ancora i prati rasati, e  poi a me faceva sentire la sua presenza discreta, non mi sono mai sentita sola lassù.
R sta male, non mangiava nè beveva e da tanti giorni ormai, forse ora siamo arrivati ad una cura che lo potrebbe aiutare.
Credevo di dover mettere da parte anche la mia passione della cucina, perchè lui deve seguire un'alimentazione povera di sughi, intingoli, salumi, formaggi stagionati, spezie, dolci grassi, carni rosse, fritti, verdure crude, cioccolato vario, agrumi, pane fresco, cereali, ecc... Sono andata a comprare fette biscottate e crackers pur facendo in casa il pane con la mia pasta madre, ma quando a casa, ho letto l'etichetta delle fette biscottate  uaohhhh che alimentazione leggera! Oltre alla farina c'è una quantità di roba impressionante, così mi sono fatta le fette biscottate da sola:
500 gr. farina , 70 gr. zucchero, sale, 15 gr. lievito birra, 100 gr. latticello e il resto di acqua per avere un impasto morbido ma da lavorare con le man i ( circa 150 gr.), 4 cucchiai di olio di semi ; fai il lievitino, poi impasti tutto insieme, fai lievitare, reimpasti un pò e fai due filoncini, li metti in teglia efai lievitare ancora.
Metti in forna a 190 ° per 40 min. A questo punto, siccome era sera tardi, ho lasciato riposare i due pani sulla gratella e il giorno dopo li ho fettati a 1 cm, e li ho messi sulla gratella con il forno a ventilazione forzata per 15 min circa, si sono dorate e sono buonissime, R le mangia volentieri con il latte e il tè e L ne va matta. a me ricordano le fette biscottate della Gentilini ed anche i biscotti della salute di una volta.
Bene, a proposito ora me ne vado a mangiare una con il miele di A e un buon tè.
Ciao